Chi dal mare della riviera ligure risaliva verso il Piemonte, attraversando la Val Bormida, dal 1889 poteva trovare ristoro presso la prima stazione di posta della zona, divenuta poi locanda per i camionisti in transito e infine il ristorante Quintilio, che si trova in provincia di Savona, ad Altare, paese con un’antica tradizione nella lavorazione del vetro, dove rinomati mastri vetrai si trasmettevano di padre in figlio i preziosi segreti del loro lavoro.
Dal 1930, nel locale, ecco ai fornelli nonna Virginia con le figlie Pierina e Aurora. Il vetraio Quintilio, marito di Pierina, durante le trasferte per lavoro può assaggiare i piatti tipici di altre regioni: i tortellini di Bologna, la spongata di Mantova … pietanze che gli sposi imparano anche a cucinare, offrendoli con successo ai sempre più numerosi clienti che si fermano nel ristorante di Altare.
Nel 1975 Isa, figlia di Aurora, ed il marito Paolo subentrano nella gestione del locale: ora la passione per gli antichi sapori tradizionali è passata al figlio Luca, diplomato all’Istituto Alberghiero, che insieme alla moglie Lorena maitre di sala e sommellier continuano nella riscoperta dei piatti tipici della cucina ligure-piemontese, preparati con dedizione: corsetti stampati, maccheroni all’ago, ravioli, pansotti, tagliatelle ai funghi, tartufi, pasta e fagioli, minestrone, zuppa di Natale, spalla di agnello ripiena, coniglio alla M. Luigia, trippe in umido, cima, stoccafisso brandacuiun, acciughe … senza dimenticare il classico fritto misto piemontese e le lumache. Per finire, i dolci: dal budino con gli amaretti alla zuppa inglese, dal bianco mangiare allo sformato caldo al cioccolato fondente accompagnato dal budino alla menta.
Dopo una simile, deliziosa abbuffata, ci vuole proprio un buon riposo …: i clienti possono godere di una giornata di completo relax nelle cinque camere con servizi, appena ristrutturate, messe a loro disposizione.
Altare è il punto di incontro tra Alpi e Appennini, famoso per la sua arte vetraria e per la chiesa di Sant’Eugenio con la relativa legenda dei templari.
Negli anni 60 grazie al vetro era denominata la piccola Parigi, ne restano a testimonianza gli edifici storici liberty tra cui il museo del vetro.
Importante il percorso dell’Altavia che attraversa il paese e regala scorci inconsueti e curiosi con vista sul mare e sul Monviso.